Un rito irrinunciabile per alcuni, un appuntamento con l’eleganza per altri, un gesto per celebrare la dolce vita che fu, per chi ama le nostalgie. Per tutti, la maniera migliore per dare il via a qualcosa, oltre che per stimolare l’appetito.
E’ l’aperitivo, antica abitudine dal fascino mai scalfito dal tempo.
Anzi, come spesso accade, più il tempo passa più questa sorta di passe-partout per i buoni rapporti acquista valore, nella varietà delle sue forme. Il primo a proporne uno, se vogliamo, fu proprio il padre della medicina, Ippocrate, nel V secolo a. C. Agli inappetenti prescriveva un vino bianco aromatizzato, il cui sapore amarognolo fu poi migliorato dai romani, che vi aggiunsero del rosmarino e della salvia. Di fatto le sostanze amare e le spezie facilitano i pasti.
Oggi, alla parola aperitivo ci viene subito in mente la città che ne ha fatto un vero e proprio stile di vita, un modo di interpretare le ore immediatamente successive al lavoro o precedenti ad un buon affare. La Milano da bere dei decenni passati, segnati da una grande prosperità economica, ma anche la metropoli attuale, sempre in grande fermento economico e culturale. L’aperitivo, consumato nella prima parte della serata, è un must anche a Roma, dove, ad una certa ora, è possibile vedere, per le vie del centro e dei quartieri periferici, come il rinato Pigneto, sciami di persone spingersi davanti ai locali più frequentati, per concedersi un drink accompagnato da quelli che una volta erano stuzzichini e che ora sostituiscono la cena.
E se nelle grandi città l’aperitivo ha ovviamente i toni e i colori della vita urbana, con i suoi ritmi serrati e i suoni che non dormono mai, nelle località del Sud questo momento di condivisione si tinge dei colori del Mediterraneo e riflette accenti e pause di chi è abituato ad una diversa scansione del tempo.
Che dire di un bell’aperitivo consumato sulla terrazza del Monun, affacciati su un panorama millenario, nel cuore del luogo conosciuto in tutto il mondo per le sue ceramiche? Qui, gli antichi saperi si uniscono ai riti moderni per dare vita ad un tassello nuovo, che andrà ad incastrarsi nel mosaico della storia della città. Il Monun ha inaugurato la stagione degli aperitivi e degli apericena in terrazza, nella parte più elevata dunque di Palazzo Spinelli, dove godere di proposte tutte da bere e da mangiare, anche con gli occhi.
Ci sono possibilità infinite, combinazioni di gusto, tra finger food, piatti gourmet, cocktail e vini, persino champagne che aspettano solo di essere scelti. Il loro sapore è inevitabilmente esaltato dalla vista su un territorio a metà strada tra le province di Taranto e Brindisi, tra una cultura e l’altra, ricco di gravine e vigneti e carico di storia.